E’ una associazione di laici che si inserisce in modo speciale nella chiesa locale, nel segno di un’obbedienza responsabile al Vescovo e al Papa. Sostiene l’importanza di una permanente formazione della coscienza perché i valori del Vangelo siano tradotti nella vita. Il primato formativo non annulla mai l’operosità di un’associazione che si è sempre espressa attraverso il servizio, dei singoli e del gruppo, per il bene della comunità cristiana e della società civile e che continua ad investire su un laicato formato alla corresponsabilità, appassionato della Chiesa, obbediente ma non passivo, critico ma non distruttivo. L’Azione Cattolica si impegna nella formazione di adulti che sappiano dare testimonianza di una fede che trasforma la vita e la storia, con lo stile di chi unisce e non divide, di chi ritiene sia importante la cura della vita spirituale, di chi vuole impegnarsi a trasmettere la gioia che nasce dall’incontro con Cristo e dall’appartenenza alla Chiesa, che sentiamo come casa e scuola di comunione.
Crediamo che sia doveroso e possibile educarci reciprocamente alla responsabilità, in un cammino personale e comunitario di formazione umana e cristiana. Vogliamo essere attenti, come singoli e come comunità, alla crescita delle persone che incontriamo e che ci sono state affidate. Ci impegniamo a vivere la nostra vocazione laicale lavorando e collaborando con i Pastori.
L’Azione Cattolica fin da principio ha scelto di rispondere alla vocazione missionaria, mettendosi a servizio della vigna del Signore nelle singole Chiese locali. Il nostro servizio alla Chiesa si esprime nella scelta di stare in maniera corresponsabile nelle diocesi e nelle parrocchie. Vogliamo costruire percorsi di comunione con le altre aggregazioni laicali, in fedeltà a quanto il Concilio ha chiesto a tutti i laici.
Il nostro gruppo è formato da una ventina di soci di diverse età (ragazzi dell’ACR, giovanissimi, adulti ed adulti+) di tutte e tre le nostre parrocchie.
Le iniziative che portiamo avanti sono, principalmente, il cammino spirituale attraverso incontri di formazione a cadenza mensile, i momenti di preghiera proposti dalla Comunità Pastorale e, a livello di decanato e zona, la Scuola della Parola, le giornate di spiritualità di Avvento e Quaresima, gli Esercizi Spirituali. Alla formazione cerchiamo di affiancare anche, per quanto possiamo, il servizio alla comunità, per esempio preparando alcuni momenti di preghiera e impegnandoci con qualche iniziativa di carità, come il mercatino di libri usati a favore di famiglie in difficoltà. Da un po’ di tempo collaboriamo con l’Orizzonte per la festa delle genti, per far sentire a casa i tanti fratelli stranieri che già da anni sono in mezzo a noi.
Giorno speciale per noi è l’8 dicembre, festa dell’Immacolata, in cui viviamo la giornata dell’adesione con la benedizione delle tessere durante una delle Messe della comunità e un piccolo momento di festa.
Il testo degli incontri di formazione è preparato ogni anno dal centro diocesano e ci permette di fare un percorso comune a tutti i gruppi della diocesi. Il testo che ci ha accompagnato quest’anno è intitolato “Che tempo!” e vogliamo farvene assaporare un pezzetto.
Il racconto di Matteo (25,31– 46 ) ci fa riflettere sul tempo, su come lo utilizziamo e sul termine della nostra esperienza umana. La nostra cultura, segnata da una certa paura del limite, della morte, della fine, trova un po’ ostico il linguaggio di questo discorso di Gesù che, invece, ci viene consegnato come dono e Buona Notizia. Ci spinge, infatti, a guardare avanti, verso la pienezza e il compimento dell’esistenza, In esso non è descritto ciò che accadrà nel futuro (la fine), ma invita a vivere il presente guardando ad esso orientando la nostra esistenza verso il Signore e realizzando così, già oggi, una vita buona, bella e beata (il fine). Per fare ciò è indispensabile pensarsi popolo, fratelli, capaci di riconoscere l’altro anche nel bisogno dipinti da quell’amore che ci fa scorgere nell’altro la persona stessa di Gesù. Alla luce del fine, ogni tempo della nostra vita acquista senso e diventa significativo nella misura in cui riusciamo a renderlo, almeno, una timida proiezione nel mondo del grande amore di Dio per l’umanità. Ci facciamo, allora, interrogare dalla nostra esperienza di “abitanti” del tempo: come diventare adulti capaci di viverlo restando aperti al futuro e alle sorprese di Dio? Cosa ci aiuta a rendere “tempo favorevole” i tempi che ognuno di noi sperimenta (la fine, la memoria, l’attimo, l’imprevisto, l’attesa) in modo da essere adulti significativi oggi? Questo è il filo rosso che lega le diverse tappe del testo formativo di quest’anno.
PRIMA TAPPA: (SENZA) FINE Matteo 25,31-46 Raccontando di quando verrà nella sua gloria, Gesù sembra lanciare lo sguardo alla fine del tempo. Invece vuole proporre un fine del tempo, quello che rende capaci di dare senso e pienezza al momento e alla storia in cui ogni persona è immersa, per diventare adulti significativi, capaci individuare per se stessi, e di offrire ai più giovani, un’esperienza di vita operosa che riempie il tempo dell’amore misericordioso che annuncia il regno di Dio.
SECONDA TAPPA: MEMORIA Matteo 13,47-52 Gesù descrive lo scriba che diventa discepolo del Regno e con sapienza valorizza il buono del suo passato illuminandolo con le novità che il maestro annuncia. È l’esperienza del far memoria, una dimensione preziosa del tempo che ogni adulto si ritrova tra le mani quando ripercorre la propria storia personale, familiare, civile, ecclesiale, associativa. Perché sia un tempo fruttuoso, il Signore chiede di non scadere in nostalgie e lamentazioni, ma propone di far dialogare la memoria con l’annuncio di novità del Vangelo.
TERZA TAPPA: ATTIMO Matteo 2,19-23 Gesù andò ad abitare a Nazaret con la sua famiglia: in un versetto Matteo condensa e nasconde trent’anni di vita di cui non racconta nulla. Il Signore valorizza ogni attimo dell’esistenza, della ferialità di cui è principalmente composta la vita adulta e lo rende tempo santo, tempo di Dio, tempo della formazione che lo porta a diventare il maestro che il Vangelo narra. Ciascun adulto discepolo di Gesù è sfidato a fare di ogni attimo un tempo di crescita e di incontro con lui.
QUARTA TAPPA: IMPREVISTO Matteo 25,1–13 Nella parabola delle dieci vergini alla festa di nozze, Gesù racconta un imprevisto: il protrarsi dell’attesa mette in difficoltà le ragazze che non si sono preparate a sufficienza. La vita adulta è disseminata di imprevisti che possono rendere faticosa l’esistenza quando non si è attrezzati a farne un tempo di crescita. Un imprevisto è anche il tempo della festa che interrompe la quotidianità e chiama a relazioni rinnovate.
QUINTA TAPPA: ATTESA Matteo 16, 21-28 Cosa attende Gesù? Qual è il compimento della sua vita? Lo spiega con forza a Pietro definendolo un ostacolo sul suo cammino: la missione del maestro è un amore tanto grande da arrivare alla croce e alla risurrezione. Cosa attende un adulto, cosa aspetta dalla sua esistenza? L’attesa è una dimensione del tempo che interroga sul senso del presente e sul valore del futuro, che può deludere o spingere ad una vita ricca di amore operoso.